La VisionQuesT 4rosso e lieta di presentate il nuovo progetto di Silvia Celeste Calcagno VOX LUX a cura di Alessandra Gagliano Candela. La mostra chiuderà la stagione espositiva 2023/2024.
Da una serie di immagini a dominante rossa emergono figure evanescenti di luce che si colorano dei toni del giallo. Vox Lux, progetto site-specific di Silvia Celeste Calcagno, documenta le fasi di una performance privata nella quale l’artista gioca sul limite tra i mondi. Ispirata al titolo del film omonimo di Brady Corbett ( 2018), la cui protagonista si chiama, appunto, Celeste, questa nuova serie intreccia la sperimentazione con la termocamera, strumento utilizzato nell’edilizia, con la realizzazione su grès, in un processo artistico che diviene alchemico.
È, infatti, il fuoco, presente fisicamente nella performance ed elemento di Manipura nella cultura tantrica, l’elemento nodale di questo progetto, con il quale l’artista compie una discesa agli Inferi, evocazione di momenti passati e di una perdita non del tutto superata.
Nel regno delle ombre generato dall’aura emanata da persone e cose si creano forme diverse, in una gradazione variabile dal rosso al giallo intriso di luce. Silvia Celeste si muove in questo mondo affocato, la sua silhouette assume una forma riconoscibile, si siede a osservare il fuoco, si muove in lontananza, dialoga con il suo paesaggio quotidiano, mentre la fotografia registra i passaggi di temperatura che divengono variazioni cromatiche. Intorno a lei il mondo muta gradualmente, generando forme impreviste, al limite dell’astrazione.
Il processo creativo è complesso: gli scatti fotografici catturano le fasi della performance, un intervento successivo sulle fotografie regola contrasti, luci ed ombre. Le immagini vengono sovrapposte alle lastre di grès, quindi sottoposte alla cottura. Ne scaturisce una serie di frame dall’effetto conturbante, che compongono un racconto transmediale di grande modernità.
Se, infatti, il medium fotografico si rivela fondamentale nella registrazione di una condizione visionaria che rivela la cultura cinematografica dell’artista, molte sono le suggestioni suscitate da questo lavoro. Il concetto di aura evoca alla memoria le riflessioni seminali di Walter Benjamin, le quali si combinano non casualmente con una famosa frase di Virginia Woolf relativa alla vita come alone luminoso, involucro semitrasparente, ricreando una permeabilità tra i mondi che attrae ed inquieta.
Con questa nuova serie Silvia Celeste Calcagno rivela la ricchezza e la complessità della sua ricerca artistica, che parte dalla sua esperienza esistenziale per attingere a situazioni che divengono universali.
Silvia Celeste Calcagno (Genova, 1974) vive e lavora ad Albissola (SV). Dopo gli studi all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, inizia a operare sul materiale ceramico sperimentando nuove possibilità tecnico-espressive e individuando nuovi modi per intervenire sul mezzo con tecniche non tradizionali. I primi risultati di una nuova espressione figurale vengono presentati in una mostra personale allestita nel 2012 ad Albissola Marina, in quello che era lo studio di Lucio Fontana a Pozzo Garitta. Nel 2011 partecipa alla “Sezione ligure” della 54a Biennale Internazionale di Venezia con opere collocate nel Palazzo della Meridiana di Genova. Nello stesso anno è invitata da Enzo Biffi Gentili ad esporre i propri lavori a Torino nel MIAAO – Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi nella sezione “La linea gotica”. Nel 2013 vince la Targa del Presidente della Repubblica al 57° Concorso Internazionale della Ceramica d’arte Contemporanea Premio Faenza; nel 2015 è la prima donna italiana a vincere la 59° edizione del Premio Faenza. Tra le recenti mostre personali: Il pasto bianco, inaugurazione opera pubblica, Biblioteca Classense, Ravenna (2018); Room 60, Museo Carlo Zauli (2018); IF, but I can explain, Museo di Arte Contemporanea Villa Croce di Genova e Nuova Galleria Morone, Milano (2017); Not me, Musei Civici di Imola (2014). Tra le recenti mostre collettive: Other Identity, ABC-ARTE, Genova (2019); Dimensione fragile, Biblioteca Vallicelliana, Roma (2018); The Liminal Space, Oneroom gallery, Londra, UK (2018); Eunique, Messe Karlsruhe, GER (2017); In the Earth Time, Gyeonggi International Ceramic Biennale, Yeoju Dojasesang, KOR (2017); 24a Biennale Internationale Contemporaine, Musée Magnelli, Vallauris, FRA (2016); Imago Mundi, Praestigium Italia, Fondazione Re Rebaudendo, Torino (2015); La scultura ceramica contemporanea, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2015)
Alessandra Gagliano Candela (Genova 1960) insegna Storia dell’Arte all’Accademia Statale di Belle Arti “Ligustica”, istituzione della quale è Vice Direttrice.
Storico e critico d’arte, ha curato mostre su artisti del XX secolo, come “Giovanni Governato il Cromatico. Dal Futurismo all’Astrazione” (Raccolte Frugone 2005), “Luigi Bassano, Dino Gambetti, Libero Verzetti. Tre artisti in Liguria tra gli anni Venti e gli anni Sessanta” (con E. Marcenaro, Museo dell’Accademia Ligustica 2008-2009), “Orlando Grosso” (Museo dell’Accademia Ligustica 2011), “Giuseppe Cominetti tra realtà e fiaba” (con G.Sommariva e D.Magnetti, Museo dell’Accademia Ligustica 2023).
Ha curato progetti e mostre di artisti contemporanei, come quella di Silvia Celeste Calcagno“IF (but I can explain)”(Museo di Villa Croce, 2017) e come “Stagioni, la mostra. Figure urbane”(Palazzo Ducale, Spazio Aperto 2017), “Carolina Cuneo, Bloodline” (Vision Quest 2022), “Flussi” (Spazio Unimedia 2022).
Ha pubblicato saggi come “Intorno a Tino Repetto”, nel catalogo “Tino Repetto. La ricerca dell’assoluto”( SAGEP 2021), “Lumière et recherche artistique entre Europe et Etats-Unis 1950-1970” , in “Figures de l’art “(2009) “ Arte e illustrazione in Italia 1900-1930” nel catalogo “Mario Sironi. L’Italia illustrata”, Skira 2007, “Alberto Issel dalla pittura di paesaggio alle arti decorative “ nel catalogo “Alberto Issel.Il paesaggio nell’Ottocento tra Liguria e Piemonte”, Skira 2006.
Dal 2008 ha collaborato con il “Festival dell’Eccellenza al Femminile”per la sezione arte e dal 2007 al 2014 come free-lance con Arskey (www.teknemedia.net).
Dal 2014 al 2016 ha curato la rubrica d’arte sulla rivista “Stagioni”.