Negli spazi dedicati alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi, MIA Fair presenta la mostra personale “EROS” dell’artista Bruno Cattani, in collaborazione con VisionQuesT 4rosso contemporary photography.
Location: Università Bocconi, Foyer – piano seminterrato Via Sarfatti, 25 – Milano
Dal 29 settembre al 26 novembre 2021
lunedì – venerdì: ore 9.00-20.00 / sabato: ore 10.00-18.00
Ingresso libero e gratuito solo con green pass
Eros presenta una serie di opere fotografiche che fanno parte di un progetto di ricerca sui luoghi dell’arte a cui Bruno Cattani ha lavorato per diversi anni.
Cattani scrive: “Nel mio primo lavoro commissionato sui luoghi dell’arte ho visitato musei come il Louvre, il Musée Rodin, i Musei Vaticani, la Canoviana, per scoprire non solo luoghi colmi di opere stratificate, ma anche affascinanti contenitori intrisi di emozioni e fisicità. Una mano, un viso, un seno sono diventati dettagli di presenze viventi, vitali e fisiche, corpi che parlavano e comunicavano diventando attori inconsapevoli di uno spettacolo contemporaneo che andava in scena attraverso l’obiettivo della macchina fotografica”.
Eros si ispira al mondo classico partendo dalle Metamorfosi di Ovidio quando Pigmalione scolpì la statua che prese vita sotto le sue dita, “pulsando”, per poi arrivare all’invenzione del mezzo fotografico che grazie al lavoro di Fox Talbot nei primi anni ’40 dell’ottocento assume una nuova forma passando dalla tridimensionalità della scultura alla bidimensionalità della fotografia trasformandosi in oggetto sì reale ma al contempo simbolico e immaginario.
Poco meno di un secolo dopo il surrealismo affronta nuovamente il tema dell’erotismo attraverso la ricchezza storica e universale della statuaria grazie all’opera di Salvador Dalì e di Man Ray che giocano con l’ambiguità erotica della statuaria, in numerose fotografie, a dimostrazione che il surrealismo aveva ben compreso quali fossero le possibilità dall’incontro tra la scultura e la fotografia. Maestro indiscusso della scultura del novecento, Medardo Rosso, sosteneva che la scultura era completa solo grazie al contributo della fotografia che le permetteva di prendere vita. Così anche Auguste Rodin, negli stessi anni, si cimentava in magnifiche opere scultoree che sono al centro del mio lavoro fotografico.
Infine come scrive Emile Zola: «Non si può dire di aver visto qualcosa a fondo se non si è scattata una fotografia che rivela tanti dettagli che, altrimenti, non potrebbero essere visti».
Cattani cattura in ogni singola immagine, il doppio flusso del tempo: scultura e fotografia, come se l’erotismo nella scultura, più o meno di natura classica, fosse racchiuso in queste forme marmoree, nate dalle mani dello scultore e alterate dal tempo che le ha rimodellate e levigate. Gesti e corpi a volte nascosti e a volte illuminati, in un susseguirsi continuo di luci e ombre, recitano da attori drammatici in un ensamble erotico che vuole ancora vivere, danzare e far sentire la propria voce.
Clelia Belgrado 2021