Cari amici
vi aspettiamo sabato 13 marzo 2021 dalle 15.00 alle 20.00
alla presentazione del Leporello
Fiorina Edizioni 2020
“Il Cappuccetto Rosso” di Charles Perrault portato in rima da Emma Mauhl Dejean,
liberamente tradotto e illustrato da Carla Iacono
Le illustrazioni e le fotografie di Carla Iacono faranno
da cornice alla presentazione del Leporello
Gli ingressi saranno in modalità protetta e con accesso contingentato.
Cappuccetto Rosso, pur avendo uno stile narrativo destinato all’infanzia, rivela, forse più di altre fiabe, la propria funzione “iniziatica”, propedeutica ad affrontare e superare le prove della vita. Ricca di significati antropologici e psicologici, è conosciuta in due versioni; quella più antica è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di mamma oca di Charles Perrault nel 1697 e, rispetto alla successiva versione dei fratelli Grimm, non contiene un lieto fine. La fiaba di Perrault termina con l’esplicitazione della morale che, in modo molto diretto, esorta le giovani donne a diffidare degli sconosciuti. Come scrisse lo psicoanalista Bruno Bettelheim ne Il mondo incantato, “Cappuccetto Rosso perse l’innocenza dell’infanzia quando incontrò i pericoli in agguato dentro se stessa nel mondo”. La versione in francese, da cui Carla ha tratto la sua trasposizione in rima libera, si ispira al Chaperon Rouge di Perrault; è stata scritta da Emma Mahul Dejean (Parigi, 1815 – Livorno, 1879) nobildonna francese, poetessa, prolifica autrice e traduttrice che visse molti anni in Italia.
Quando è iniziato il confinamento forzato causato dall’epidemia di Covid aveva già tradotto ed adattato in rima il testo dal francese ed appena iniziato ad abbozzare le tavole delle illustrazioni; continuare il progetto è stato per lei una vera e propria ancora di salvezza per affrontare con determinazione il distacco sociale e ritrovare energia ed entusiasmo nel processo creativo. Ne è nato un lavoro ibrido che include le illustrazioni realizzate con la tecnica del collage e una serie di fotografie che declinano in modo surreale le atmosfere gotiche della fiaba, riportando in primo piano il significato archetipico della narrazione e suggerendo un finale “alternativo” a sorpresa: la nascita di una “bambina lupo” che supera così la tragica vicenda narrata, diventando ancora una volta metafora del rito di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Ed oggi diventa anche metafora dell’affrontare questo drammatico e surreale momento, costruendo un nuovo equilibrio per la convivenza e la sopravvivenza.