A cura di : Clelia Belgrado
Vernissage: venerdì 25 gennaio, 2018 dalle 18.00
Durata: 26 gennaio – 20 marzo 2019
Sede: VisionQuesT 4rosso – Piazza Invrea 4 r, 16123 Genova
Orario: dal martedi al sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento
Sarà presente l’artista.
A differenza dei precedenti lavori di Carla Iacono, basati principalmente sul ritratto, questo è un lavoro di paesaggio ma prosegue il percorso intrapreso con le serie precedenti, incentrate sull’analisi dei riti di passaggio, a partire dal passaggio dall’infanzia all’adolescenza. E di un rito di passaggio si parla anche in “Melancholia”.
Le immagini sono state scattate durante i viaggi effettuati dall’artista per visitare la figlia Flora, che ha trascorso un anno a Tübingen (Germania) nell’ambito del programma Erasmus. Si tratta quindi ancora una volta di un lavoro autobiografico, in cui il viaggio è inteso soprattutto nel suo significato archetipico, ovvero processo di individuazione, e come meccanismo di distacco/ ritorno. Il tutto rappresenta, mantenendo quindi una forte valenza autobiografica, il rito di passaggio della separazione.
Come nei panorami simbolico-contemplativi del Romanticismo tedesco il paesaggio è qui metafora dell’anima, ricco di contenuti che trascendono gli aspetti formali dell’immagine e rappresentano stati d’animo che spaziano dall’orgoglio materno alla malinconia ed alla preoccupazione per l’incertezza del futuro.
Il linguaggio è pittorico/fiabesco, secondo lo stile ormai consolidato di Iacono; ci mostra vedute trasfigurate dal filtro della fantasia: luce, colori, piccoli particolari realizzati a collage (media già utilizzato dall’artista in lavori di installazione ed illustrazione), tra cui i corpi celesti inseriti nei cieli di tutte le vedute, che proiettano il reale in una dimensione più intima ed onirica. Come nell’omonimo film di Lars Von Trier “Melancholia” da cui è mutuato anche il nome del progetto, i corpi celesti si stagliano sullo sfondo scatenando un senso di spaesamento e sottolineando la dicotomia (tra vulnerabilità e forza) dell’affrontare un futuro incerto.
Come nelle precedenti serie, Iacono non rinunzia a citazioni storico-artistiche, rappresentative di specifici sentimenti o legate ai luoghi visitati durante i viaggi; innanzi tutto il cinema d’autore con i richiami oltre che a Von Trier, anche a Andrej Tarkovskij, Alain Resnais, Gore Verbiski, Karel Zeman; e poi l’arte di Caspar David Friedrich e Dürer, i riferimenti a Eugenia di Leuchtenberg, principessa franco-tedesca a cui apparteneva una delle dimore ritratte, le silhouette di Lotte Reiniger.
Completano la serie fotografica un’installazione ed un “Carnet de Voyage” a soffietto che “svelano” alcune delle fonti iconografiche. “Melancholia” è innanzi tutto un gesto d’amore da parte dell’artista verso la propria famiglia, e al contempo una riflessione sull’incertezza del futuro, nella speranza che ciascuno senta la responsabilità di dare un proprio contributo per lasciare ai propri figli un mondo migliore, basato sul rispetto per gli altri e l’amore per la cultura.