a cura di : Clelia Belgrado
Opening: sabato 6 ottobre, 2018 dalle 18.30
Durata: 9 ottobre 2018 – 12 gennaio 2019
Sede: VisionQuesT 4rosso – Piazza Invrea 4 r, 16123 Genova
Orario: dal martedi al sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento
Sarà presente l’artista
Nell’occasione verrà presentato il catalogo della mostra e festeggeremo i nostri primi dieci anni
Sono passati dieci anni da quando a fine 2008 la Galleria ha inaugurato la sua prima stagione con la mostra di Mario De Biasi “Ieri, Oggi” iniziando un’avventura un pò folle ma sicuramente piena di passione per la fotografia contemporanea.
Vidi per la prima volta il lavoro di Patrick Willocq nel 2014 al Les Rencontres de la Photographie di Arles. Le spettacolari e suggestive immagini della serie “I am Walé respect me” furono incredibilmente sorprendenti per la capacità di interpretazione e rielaborazione dei sogni, delle canzoni e dei rituali delle donne Walé della tribù Ekonda della Repubblica Democratica del Congo. Sono quindi lieta di festeggiare con Voi i nostri primi dieci anni e di iniziare la nuova stagione con la mostra di Patrick “One finger cannot pick a stone” (Un dito non può sollevare una pietra) dal progetto “Società e cambiamento nel nord del Ghana: Dagomba, Gonja, nell’ambito di una prospettiva regionale sulla storia del Ghanian”, che ha il suo committente nel Noorderlicht Foundation / African Studies Centre e che è stato finalista al Leica Oskar Barnack Award 2017.
Patrick scrive: “Questo progetto – documentario-artistico – e’ intitolato ”One finger cannot pick a stone” e prende il nome da un proverbio locale che afferma “un dito non può sollevare una pietra” richiamando alla necessita’ di dover stare insieme per poter andare avanti. ”One finger cannot pick a stone” descrive le tradizioni rituali della tribu’ africana dei Dagomba, ed e’ un lavoro prodotto a Yendi nella regione settentrionale del Ghana commissionato della Fondazione Noorderlicht / Centro Studi Africani e realizzato in collaborazione con le comunità locali. Le sei elaborate scenografie piu’ i ritratti sono la testimonianza di questo detto, del ricco patrimonio culturale dei Dagomba e raccontano la storia e le tradizioni che hanno modellato le realtà attuali e le sfide future che questi popoli si approcciano ad affrontare. Per questo progetto, ho intervistato il signore supremo Re Yaa Naa, la cui corte è a Yendi, vari capi supremi, anziani di corte, violinisti e suonatori di tamburo, accademici universitari, un islamista e un santone, ascoltandone le storie per poi metterle in scena. Per garantire un’iconografia visiva culturalmente accurata, ho lavorato insieme alle comunità locali, trasformando le persone che ho incontrato in attori nelle mie mise en scenes collaborando con artigiani del posto per costruire i grandi set utilizzando materiali di provenienza locale.”
In queste ricercate ed elaborate fotografie, sulle tradizioni e sui rituali della tribù Dagomba, Patrick ha trasformato la sua macchina fotografica (anche se tecnologicamente sofisticata) in uno strumento di straordinaria semplicità concettuale: quella di porre al centro dell’attenzione il suo sincero e discreto approccio verso le persone, la loro storia, la loro cultura, il loro patrimonio, le loro vite e i loro desideri. I gesti di questi uomini e donne appaiono immancabilmente misurati e calibrati, diventando simbolo di un’intera popolazione, possibilmente di un’intera nazione, evitando di cadere nella trappola dell’omologazione, determinati a perseguire la difesa e il riconoscimento della profonda dignità dell’individuo.
E con questo spirito, dando il la, accordiamo gli strumenti per orchestrare tutte le prospettive e avventure dei nostri prossimi dieci anni.
Clelia Belgrado
Art Director VisionQuesT 4rosso
La mostra è in collaborazione con: