Biografia
Nasce nel 1969 a Strasburgo, in Francia.
Vive e lavora a Hong Kong, Parigi e Kinshasa.
Il fotografo francese autodidatta Patrick Willocq ha vissuto e lavorato durante tutta la sua carriera in diverse città, tra cui Kinshasa, Shanghai, Hong Kong e Parigi.
Nel 2012, dopo uno dei suoi viaggi nella la Repubblica Democratica del Congo (dove è cresciuto), Patrick decide di dedicarsi interamente alla fotografia (prima ha lavorato per oltre 20 anni in alcune multinazionali in Asia).
Il suo lavoro artistico consiste nel documentare il mondo in cui viviamo attraverso immagini accuratamente composte in collaborazione con le comunità locali, offrendo così un'immagine diversa del mondo, che va oltre le immagini che media tendono ad offrirci.
Nelle sue serie ambientate nella Repubblica Democratica del Congo, crea immagini lontane dalla solita rappresentazione stereotipata del paese e porta una nuova interpretazione dell'Africa.
Nel suo ultimo progetto " The Art of Survival", sono rappresentate le esperienze, i timori e le speranze dei bambini rifugiati, attraverso un’ innovativa narrazione teatrale dove le immagini sono basate su esperienze reali, messe in scena con l’aiuto degli stessi bambini che vivono nei campi per rifugiati.
Willocq costruisce tutti i suoi set in mezzo alla giungla o nei campi, in gran parte con materiali trovati in loco, senza l’uso di postproduzione o collage, sceglie di coinvolgere le comunità con cui lavora, creando insieme ad essa una rappresentazione visiva delle storie.
L’artista usa tutte le sue esperienze personali per esprimere il suo mondo interiore, un mondo in cui persiste il voler mostrare la vitalità di un'umanità felice, ma anche un mondo in cui l'immaginazione trasforma le dure condizioni della realtà. Tutto questo per raggiungere l'obiettivo del suo viaggio artistico: la scoperta di sé.
Nella serie " “On the Road from Bikoro Bokonda " (2012) e " The old colonial villas of Mbandaka " (2012 e 2013), oltrepassa un confine più o meno immaginario ed entra in contatto con la realtà socio-culturale che intende descrivere, si riferisce con umorismo a una tradizione di fotografia etnografica.
Nel “I am Walé Respect Me" (2013 e 2014) e "Forever Walé" (2014), rappresenta le donne e il il loro ritorno nella società attraverso la narrazione lirica del loro isolamento.
Nel "Walé, 2ème Regard" (2015) ritrae il rituale della maternità Walé, utilizzando uno sfondo del colore che più sente vicino all’intimità di ogni singola Walé
" The Art of Survival " (2016), commissionata da Save the Children, è il suo ultimo progetto dove descrive com’è essere veramente un bambino rifugiato, mettendo in scena le loro esperienze e speranze.
Dal 2012, il suo lavoro è stato nominato, finalista o vincitore di 12 prestigiosi riconoscimenti internazionali tra cui SFR Paris Photo 2012, Premio Leica Oskar Barnack 2014, Premio Discovery Rencontres d'Arles 2014, Sony World Photo Awards 2016, Prix Coup de Coeur HSBC per la Fotografia 2016.
Il suo lavoro continua ad attirare l'attenzione della giuria dei festival internazionali, mentre la stampa internazionale continua a pubblicare il suo lavoro: CNN, The Huffington Post, The Guardian, Paris Match, Stern.
Dal 2014, Patrick è rappresentato da Galerie Baudoin Lebon a Parigi e VisionQuestT 4 rosso a Genova con rispettive mostre personali nel 2015. Le mostre di gruppo includono Context Art Miami, AIPAD New York, Artefiera di Bologna, Fiera di Joburg, Museo di Arte Moderna di Louisiana Copenhagen, Museo delle Arti di Tel Aviv, La Bourse du Talent Biblioteca Nazionale della Francia, Parigi Foto SFR.