CONFINI 13

12 febbraio - 19 marzo 2016

 

Scheda tecnica

Da 13 anni Confini seleziona ogni anno progetti di fotografia contemporanea e li propone in tutta Italia. Un network nazionale di associazioni e curatori, che non ha precedenti nel panorama italiano, ha permesso di formare una giuria qualificata e di utilizzare spazi espositivi riconosciuti per l’impegno che dedicano costantemente alla fotografia.

Comunicato stampa

Oggi Confini conta location e partner di grande rilievo nel panorama della fotografia italiana: Clelia Belgrado (VisionQuesT), Leo Brogioni (Polifemo Fotografica), Maurizio Chelucci (MassenzioArte), Fulvio Merlak (Sala Fenice), Francesco Tei (PhotoGallery), Fausto Raschiatore (CivicoCinque), Angelo Cucchetto (Photographers.it), Antonio Armentano (L’Impronta), Pippo Pappalardo (Galleria Luigi Ghirri); Denis Curti (Il Fotografo) Partner che compongono anche la giuria che dopo un’attenta selezione ha scelto 3 autori fra i partecipanti al bando pubblico promosso da Photographers.it e due fra gli autori indicati dai curatori. "La disponibilità di nuovi strumenti, la seduzione del post-moderno e la molteplicità dei media che caratterizzano la nostra epoca hanno allargato la visione di molti fotografi e stiamo assistendo al definitivo abbattimento dei confini tra la fotografia e le altre forme d'arte. Confini è la rassegna delle contaminazioni tecniche e linguistiche". Con queste parole venivano tracciate nel 2001 le linee guida di un progetto che si conferma come un momento di verifica e di incontro con gli autori che utilizzano la fotografia in modo creativo al di fuori dalle convenzioni. Confini si rivolge a tutti gli autori che operano in modo progettuale, utilizzando la fotografia per restituire in forma visiva una idea maturata a priori rispetto al momento dello scatto. E’ un percorso creativo diametralmente opposto alla fotografia di reportage, che coglie frammenti di realtà che esistono indipendentemente dalla fotografia. I progetti proposti da Confini nascono spesso in largo anticipo rispetto all’atto di fotografare e non di rado vengono messi in pratica solo dopo avere trovato le soluzioni tecniche specifiche o aver creato delle scene finalizzate allo scatto. In linea di principio i progetti presentati da Confini si sviluppano su un numero consistente di immagini che devono essere esposte in quantità adeguata secondo le disponibilità della location ospitante. Per questo motivo ogni edizione Confini propone un numero limitato di autori. Confini ha una particolare attenzione alla fotografia italiana ma ha una visione di ampio respiro grazie la nutrita presenza di autori italiani con relazioni internazionali e di stranieri che operano in Italia (Susan Kammerer, Angelina Chavez, Robert Marnika, Sabine Korth, Roberta Vivoli). Le precedenti edizioni di Confini sono state gratificate da numerose recensioni sulla stampa e da servizi nei telegiornali regionali di RAI3. Questi attestati di interesse dei media dimostrano l’attenzione di cui gode la rassegna nelle città che la hanno ospitata. Per tutti questi motivi Confini, che è ormai giunta alla sua undicesima edizione, si propone come il principale appuntamento annuale in Italia per presentare nuovi autori fra quanti propongono un modo alternativo di immaginare la fotografia; autori che, forti di un proprio linguaggio, ci mostrano la loro visione della realtà. Roma Milano Pistoia Genova Trieste Cosenza Catania Firenze Venezia www.massenzioarte.it massenzioarte@tmassenzioarte.it Via del Commercio 12 – 00154 Roma DATE E TAPPE roma novembre2015 MassenzioArte Milano dicembre 2015 Polifemo Fotografia Pistoia gennaio 2016 MassenzioArte Genova febbraio 2016 VisionQuest Trieste aprile 2016 Sala Fenice Cosenza giugno 2016 L'impronta Catania luglio 2016 Galleria Luigi Ghiri Firenze agosto 2016 Photogallery Venezia settembre2016 CivicoCinque Galleria "L. GHIRRI" PhotoGallery Alessandra Calò “NDT – No Destructive Testing” “NDT” è la dicitura che si appone sulle radiografie per mezzo di un timbro, così da certificare che il corpo radiografato non è stato alterato per il passaggio delle radiazioni. Significa che il metodo non ha danneggiato il campione, che la necessità di indagare non pregiudica l’integrità dell’indagato. L’artista procede quasi alla maniera del radiologo ed esamina con lo stesso sistema il proprio albero genealogico, lavorando sui vecchi racconti e riallacciando antichi legami all’interno dell'album di famiglia. Da questa rielaborazione ne viene fuori una visione offuscata, un ricordo disturbato e in alcuni punti accecato dal bianco della radiografia. Eppure vale la pena di indagare, senza alterare il campione di storie e gli strati di ricordi, guardarsi dentro quasi in controluce e ricordare le proprie radici prima di proiettarsi verso il futuro. E mentre si crea nulla si distrugge. Alessandra Calò crea opere al confine tra fotografia e arte contemporanea, sperimentando nuovi linguaggi e avvalendosi della tecnica dell’appropriazione per un recupero memoriale. Tra i progetti cui ha lavorato: “Gli oggetti ci parlano” commissionato per i Musei Civici di Reggio Emilia e curato da Italo Rota; “Vite Senza Fine” un omaggio alle Officine Meccaniche Reggiane, commissionato per l’apertura del Tecnopolo e successivamente segnalato dalla giuria del Celeste Prize 2014. Vincitrice della sezione OFF di Fotografia Europea con l’installazione “Secret Garden”, nel 2015 viene selezionata dal comitato scientifico di Fotografia Europea e riceve l’incarico della produzione di un’opera per i 50 anni dell’ospedale cittadino, inserito nel circuito ufficiale del Festival Fotografia Europea. Alcune sue opere sono state pubblicate su importanti testate giornalistiche. www.alessandracalo.it Silvio Canini “Città sommerse” 'Città sommerse' è un 'multiuniverso' di mondi, stati di tempo, di spazio, di luce, ombra. È un autoritratto. Ritratto di una coscienza sensibile, curiosa, intelligente in divenire, che sofferente, ribelle, apre le maglie del tempo e dello spazio, le dilata tanto da poterci guardare dentro senza sapere cosa cercare e trovare. Ritratto di un'anima che compie il viaggio nel corpo che la contiene, nella propria profetica memoria, nella propria creatività. Città sommerse, impenetrabili dalla ragione, percorse da personaggi magici, positivi, che vivono nel 'non tempo'e nel 'non luogo' come la 'balena' . Silvio è la balena. Silvio un po' Pinocchio nella sua ingenua bontà , un po' Ulisse nel suo interminabile viaggio prima del ritorno a casa, un po' Dante nel luogo intermedio che è il purgatorio, un po' Giona il profeta ribelle...Silvio, nell'eterna ricerca di se' stesso, sospeso tra cielo e terra, tra invisibile e visibile, tra realtà e fantasia. Natascia Rocchi Silvio Canini è un artista poliedrico. Esplora con grande facilità e freschezza un’ampia gamma di soggetti. Parafrasando le parole di Roberta Valtorta, Silvio realizza una “smitizzazione” del momento decisivo, permeando le sue immagini di concetti e sentimenti che conducono l’osservatore in una visione personale e non oggettiva di quanto viene catturato dall’obiettivo. Pubblicazioni: Nel 1998 pubblica “We are Open” a cura di AiepEditore. Nel 2000 “Periferie Cangianti” “Venditori D’ombra” 2002. Mare del silenzio, un lavoro del 2005, Nel 2011 pubblica RimiNy un lavoro su Rimini e Nyc, Nel 2012/2013 pubblica “Che donne le nonne” e “Bagnanti” Edizione Figurine Canini. Nel 2014 è autore dell’anno Fiaf. www.silviocanini.it Luciano D'Inverno “Viaggio in Europa” L'idea di fare questo mio viaggio nella rete, nasce da una serie di considerazioni relative al mondo delle immagini che ormai, ci arriva da ogni parte del Globo. Attraverso ogni mezzo di comunicazione dell'era digitale, questi si fissano sulla retina dei nostri occhi per poi scomparire per sempre, lasciando al nostro interno fantasmi del mondo moderno. Un' altro elemento che ha giocato a favore di questo progetto, è stato il luogo "chiuso", nel quale trascorro la maggior parte del mio tempo, con gli occhi diritti difronte al monitor, alle prese con fotografie di oggetti preziosi. Così sospeso nella tensione di un rapporto interno-esterno, sono entrato in un processo di immaginazione, attraverso il quale si esprime il desiderio di percorrere l'intera Europa, Ho preso in considerazione immagini che ognuno di noi scatta quando viaggia, gli ho dato una nuova luce, le ho mescolate con altre immagini, fino a raggiungere il luogo che si era formato nella mia mente. Luciano D'Inverno è nato ad Acerra il 16 03 1967, vive e lavora a Napoli. La sua ricerca è tesa ad indagare la fenomenologia dello sguardo nella visione dello spazio contemporaneo. Parallelamente si occupa di fotografia pubblicitaria. E' autore di "vesevo" ed. IntraMoenia e di "Campi Flegrei", con testi di Ennery Taramelli, il lavoro viene presentato al PAN (Palazzo Arti Napoli). Ha esposto in diverse personali e collettive tra le più recenti "Vita fantasma", "Fabbrica del vapore", e "viaggio in Europa" alla galleria Area24 Araki, D'Inverno, Yokosuka, Zaza e alla Biennale di video fotografia contemporanea a cura di Sabrina Raffaghello. E' rappresentato dalla galleria Sabrina Raffaghello Contemporary Art. www.lucianodinverno.com Luca Palatresi “Darkness” Paris, 28 Aprile 1881 "Di messieur Vrignaud non si ha più notizia da oltre un mese. Esattamente da quando entrai nel suo studio per osservare la sua ultima invenzione: a prima vista aveva tutto l'aspetto di una di queste moderne macchine per fotografie. Ma era molto di più. Il professore era riuscito a modificarne l'alchimia con cui la luce imprimeva le lastre. Ora, il marchingegno diabolico, ritraendo un soggetto ne avrebbe catturata l'anima. Io da uomo di fede mi guardo bene di credere a certe diavolerie, ma (il Signore mi perdoni) quanto vedo davanti a me mi lascia senza parole. Questo che vi mostro è il contenuto del plico ricevuto stamane, assieme ad una carta autografa di Vrignaud scritta venti giorni fa che recita: - Caro Marcel, a voi uomini di spirito il compito di guardare l'anime altrui. Il mio occhio più non vede in tanta oscurità...- " Marcel Chartier Nasce a Fucecchio (FI) il 28 Aprile 1978. Inizia a fotografare a 17 anni. Nel 2002, diventa fotografo professionista, free-lance nel settore moda e advertising. Alcune Mostre e riconoscimenti in Italia e all’estero: Lucca Digital Photo Fest; il Premio Arte Laguna, OCHO con Rojo Magazine a Barcelona, “I saw the light!” al Museo Piaggio, "Darkness" a Pietrasanta ed Arezzo. Nel 2005 crea in Toscana il festival FOFU Phot'art, di cui è ancora direttore artistico. Ha curato le mostre monografiche di Franco Fontana, Gian Paolo Barbieri, Letizia Battaglia e nel 2011 la più grande esibizione in Italia di Storm Thorgerson. www.lucapalatresi.com Giovanni Presutti “Satori” Satori: l'estetica di una bellezza imperfetta Attraverso una sequenza di dieci immagini, Giovanni Presutti indaga il concetto di satori: termine che dà il nome al progetto fotografico e che indica l'istante di illuminazione nella tradizione del Buddismo Zen. E proprio la profondità del tema e le tecniche di ripresa e postproduzione dell'artista fanno sì che semplici soggetti naturali, fiori e piante, debbano essere apprezzati non più come materiale per genuini lavori di carattere reportagistico, ma come opere dalla forte impronta filosofica. L'autorialità emerge infatti dal voler riprodurre metaforicamente, con la vicinanza dell'obiettivo alle corolle variopinte, la modalità di fusione della religione orientale con i fondamenti del mondo. La pratica fotografica si fa pratica spirituale, e Presutti trasferisce la sua percezione cosmica nei primi piani che sanno cogliere realtà essenziali. Noemi Pittaluga Nasce a Firenze dove vive e lavora. Ha una intensa attività espositiva (tra i luoghi in cui ha esposto New York, Parigi, Londra, Los Angeles, Madrid, Mosca, Tel Aviv, Milano, Biennale Venezia, Rencontres d’arles) presso gallerie e musei sia pubblici che privati. Consegue molteplici premi e sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche. Pubblica su varie riviste tra cui Vanity Fair, Sette magazine e l'Espresso. Ha pubblicato il libro “Mirror” (2008), l’ebook “Eolo” (2014) e il libro Contemporanea (2015). Fa parte del collettivo Synap(see). www.giovannipresutti.com

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