Marilisa Cosello
Matrimonio

Opening: giovedì 23 marzo dalle 18.30
Periodo: 24 marzo – 22 aprile 2017
Sede: Piazza Invrea 4 r, 16123 Genova; +39 010 2476642/ +39 335 6195394
Orario: dal martedi al sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento
Informazioni e-mail: info@visionquest.it
Sarà presente l’artista

Le foto di matrimonio sono sempre luminose, scattata alla luce, con il flash. Più luminosa è l’immagine, più luminoso sarà il futuro.
Per un attimo, l’attimo della foto, esiste la prova di cosa accadrà, di felicità presente e futura, che la vita sarà dolce, e insieme.
“Matrimonio” è il futuro sconosciuto. E’ la celebrazione dell’incertezza nella forma del matrimonio, un giorno speciale in cui speriamo di conoscere il nostro futuro.
Marilisa Cosello ha realizzato questo progetto durante una residenza artistica in Finlandia, circondata dal buio per venti ore al giorno. Queste nuove memorie rappresentano la bellezza dell’illusione umana, che continuamente si confronta con il mistero dello sconosciuto e dell’invisibile.
Scrive Xavier Canonne, Direttore del Musée de la Photographie di Charleroi: “La fotografia di matrimonio ha i suoi codici, i suoi riti. Comune, chiesa, bouquet, spumante, torta e buffet sono tra le tappe che vanno rispettate lungo la via della felicità, la quale si adorna di scenari, lungomari al tramonto o malinconiche rovine, un futuro dall’orizzonte crepuscolare. Ogni sequenza va immortalata in fotografia affinché quegli istanti rimangano incisi nella memoria come lo sono i nomi all’interno delle fedi scambiate.
Come le posate d’argento regalate alle nozze ̶ il metallo sul quale s’incidevano le prime fotografie ̶ il giorno più bello della vita, quello che vorremmo fosse così, festoso e luminoso, scivola tuttavia pian piano nell’ombra del tracollo quotidiano. Ricordi e fotografie sbiadiscono mentre languisce l’amore. Crudele alchimia che vede l’oro diventare piombo, il vestito da sposa spegnersi come scema la luce dell’abat-jour. Ciò che quindi si dibatte alla superficie dell’immagina rileva dell’annegamento, del fantasma galleggiante. Quale dei due dopo il divorzio si terrà quelle fotografie all’improvviso diventate estranee? Quello che va via, quello che rimane, quello che ama ancora? La fotografia di divorzio va ancora inventata.
Marilisa Cosello ha deciso da alcuni anni di questionare l’archivio fotografico: quello dapprima della sua stessa cronaca famigliare in cui affiorano i misteri e i dubbi per chi sa leggere le folgorazioni dell’infanzia, le estati sulle spiagge dell’Adriatico, i costumi alle feste delle medie o i compleanni nel giardino. Matrimonio, sono gli archivi altrui, raccolti durante un viaggio all’estero, riprodotti e rilavorati per dare loro una nuova lettura, negando alla fotografia qualunque carattere definitivo. Lontane dal cedere alla tentazione della caccia all’immagine vernacolare molto di moda oggi nel mondo della fotografia, queste fotografie costituiscono il materiale di una riflessione sul destino della donna, gli stereotipi ai quali tutto la costringe o la conduce.
Il documento qui svanisce di fronte alla dimostrazione: lei le scatta di nuovo; le sovraespone, le interpreta e le riprende come uno spettacolo la cui ricreazione consegnerebbe il proprio senso, opponendo alla certezza dell’immagine la precarietà del suo destino. L’esistenza di quelli che un tempo ci vennero impressi, dei quali non conosceremo nulla se non quell’apparenza che svanisce, tradirà forse l’immagine, abbandonandola senza rimpianti. Eppure niente stride, non c’è disperazione nel percorso di Marilisa Cosello, nessuna lezione da infliggere. Rimane solo la constatazione flagrante della caducità.”